Un dialogo con il mondo. I versi di questo libro aprono porte verso la realtà circostante, e volti, persone, voci prendono vita e parlano di passioni, sentimenti, emozioni, attraverso la sincera penna di Lerri Baldo. Le sue poesie incantano, lasciando spazio ad echi lontani, ma con l’immediatezza dei poeti moderni e, come versi di canzoni, si propagano nell’aria come profumo. E’ un continuo alternarsi tra passato e presente, tra percezioni classiche riscontrate nella ricercatezza delle parole e l’energia di un pensiero che arriva dritto al cuore, che vuole raccontare, descrivere, assaporare ancora momenti.  Le immagini si alternano ed è come parlare con se stessi,  contemplare la realtà da nuove angolazioni, notare il dettaglio, il particolare, e lasciarsi attraversare da esso perché ne rimanga traccia dentro di noi.

 

Annalisa Stamegna

Casella di testo: Se tu fossi più bella  ancora – 
Lerri Baldo  Edizioni Tracce 2006

 

Recensioni:

 

 

Luigi Alfiero Medea – Accademico, giornalista, poeta, fondatore e segretario del premio nazionale “Histonium”.

 

 

E’ una poesia viva, palpitante, matura, quella di Lerri Baldo, una poesia scritta con una cifra stilistica del tutto personale, che utilizza soprattutto il linguaggio metaforico per raggiungere spazi sempre nuovi nella dimensione del simbolo e dell’autenticità lirica.

La raccolta è divisa in quattro parti e sviluppa in particolare il tema dell’amore. Nel verso si riflettono, infatti, i sentimenti dell’autore, ora proiettati in intensi desideri ( “Stringimi le mani./Ritroverò i tuoi occhi, / ritroverò il tuo sorriso, / ritroverò anche i tuoi capelli bruni./ Per tutti i giorni e le notti / ritroverò”), ora ripiegati sullo sconforto (“ Sperderò il tuo ricordo / avvizzito nei giorni / come rosa che debba / - il tempo dammi d’un singhiozzo, / d’un singulto solo - / a settembre languirsi, / morire”), ora feriti dalla sofferenza (“ Tu non mi ami”, / Margot, e Dio / lo sa / quanto pianto di dolore è in quell’ora”), ora permeati di ringraziamento per la semplicità della donna amata (“ Grazie/ se non cerchi l’espressione che atteggia / se non imbrogli la voce per sembrare più bella / se non hai letto nelle sere d’estate / che quei libri che ti discorron nel sangue /  e la pelle sincera / delle tue mani.)

E’ certamente “la bellezza” il leit-motiv di tutta la raccolta, ripresa più volte dal poeta per significare il superamento di una emozione solo materiale, attraverso il recupero della genuinità del rapporto amoroso. Scrive Baldo: “ Forse sei bella tu / e nient’altro; /ma allora lascia che io ti guardi ancora”. E in una lirica precedente, rifacendosi al titolo del volume, così esclama: “ Se tu fossi più bella ancora / s’aprirebbe una terrazza di tempo / da dove compiangere il mondo”.

 

 

 Velio Carratoni, scrittore, giornalista, editore

 

Un giovane autore da non perdere di vista per rievocazioni in cui non c’è ricordo che non parli di te che appari/come un mattino imminente. Con quel tuo corpo che diventa un abbraccio/ e sembra non finirsi mai.

E qui si arriva a nomi di donne che rappresentano storie di vita riproponenti il ripetuto amore.

E così Ambra, sei l’entusiasmo/sei la sera…ti canto/ e non ci sei mai Stefania… - i capelli lunghi/ Valentina./ eran presi a pretesto quei capelli…/…io t’amo Margot… mi chiedo Francesca/ se esiste ancora l’essenza/ che t’ha vista invecchiare….

… come lo so, Annetta/che non si ritorna… - Anita – / quanto grande è nei tuoi occhi l’immenso…./Anita, hai l’aria di chi vuol dire e sa/ che ogni parola ha un peso/ un languore…

 

E rievocando figure di donne, prevale una sensazione di interrogativo sommesso sulla tristezza e la sofferenza.

Insomma una poesia mai conclamata o illusionista, alla ricerca di interiorizzazioni inaspettate.

La segnalazione di questo autore del 1980, riguarda tale caratteristica da non trascurare.

 

 

 

Ubaldo Giacomucci, prefazione al libro

 

La scrittura poetica di Lerri Baldo si proietta lungo le diverse traiettorie psicologiche dell’introspezione per recuperare uno spazio simbolico ancor più esteso che nella lirica tradizionale. Da questo punto di vista la ricerca poetica non prevale sul testo, secondo un’impostazione moderna, libera da rigidi schemi formali e basata su un lessico quotidiano riutilizzato ai fini della dimensione simbolica.

 La poetica dell’autore punta anche sull’icasticità dell’espressione e sulla concettualizzazione del messaggio, per assumere pienamente la finalità esistenziale del testo, nell’esigenza di andare oltre gli idoli di un mondo dominato dalla dimensione materiale e consumistica e recuperare una dimensione di autenticità. In questo senso la fenomenologia delle emozioni definisce  una poesia del linguaggio vivo e palpitante, che si confronta con una forma comunicativa ma personale.

L’autore elabora un testo poetico essenziale e cadenzato, che offre al lettore versi misurati ma ricchi di senso e di significati. Una poesia, dunque, di particolare maturità espressiva, grazie soprattutto a una cifra stilistica originale, in cui prevale la densità metaforica del testo.

 

 

 

Recensione di Nicla Morletti

 

Poesie per sognare, per ricordare, per risvegliare nel lettore sentimenti apparentemente sopiti nell’anima, ma ancora ben vivi e palpitanti, come pianori di luce d’estate e “aceri ancora verdi che raccolgono ogni tremito nei rami possenti”.
Una dolce rapsodia del tempo, questa di Baldo Lerri. Una tenera melodia di sublimi ricordi d’amore: “Era come stare felice negli occhi. Poco altro era intorno.” Ed ancora: “Se tu fossi più bella ancora s’aprirebbe una terrazza di tempo da dove compiangere il mondo.”
Durante la lettura di questi versi si affacciano alla mente del lettore orizzonti sconfinati e prendono vita visioni di lunghe
strade nell’ora del tramonto. E poi ancora salici, fronde e neri capelli, mentre Dio dipinge la sera con i colori dell’amore.